martedì 19 aprile 2011

VIA CRUCIS DI UN PRETE


XII STAZIONE
GESU’E’ DEPOSTO DALLA CROCE

Nelle braccia della Madre viene deposto il Crocifisso, ora Ella può accoglierLo come a Betlemme e cullarLo e vestirLo di baci. Finalmente tra tanta crudeltà è liberato uno spazio alla compassione e al lamento. "Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io affannati ti abbiamo cercato a lungo!". La madre torna ad essere grembo e il figlio bambino.

"Ecco tua madre!". L'ho ascoltato tante volte commosso il tuo testamento domestico, Gesù, e dal giorno in cui fui ordinato presbitero ho preso la Chiesa nella mia casa, nella mia vita per custodirla. Ho vissuto per lei. Mi sono fatto eunuco per custodire la sua verginità, padre per guidare i suoi passi, figlio per confortare la sua maternità, sposo per allietare la sua femminilità. Mi sono fatto cavaliere per difendere la sua integrità, banditore e saltimbanco per divulgare la buona novella, servo obbediente per la sua autorità, maestro per i suoi insegnamenti, alunno per il suo magistero, tutore per difendere i suoi diritti, imprenditore per allargare i suoi interessi, medico per le sue piaghe, schiavo per trascinare il suo carro, giullare per stemperare le sue tristezze.

"Donna, ecco tuo figlio!". So che non mi abbandonerai, ti appartengo, sono nato nel tuo grembo il giorno del Battesimo, il profumo del crisma non si è del tutto dissolto sul mio capo, sulla mia fronte, sulle mie mani. Ho cercato di custodirti e di difenderti, ma stasera riposo sul tuo grembo Chiesa-Madre e tu versi su di me gli effluvii della grazia che io, in tuo nome, ho sparso su cento e cento bare. Sono stato maestro e padre, ma ora torno ad essere solo e per sempre figlio. Tuo figlio. "In paradiso ti accompagnino gli angeli". Dolce deriva. "Rinuncia totale e dolce" (Pascal). Sento un suono di campane a festa..., sono le campane della mia Chiesa!...

"Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera."
                                                                   (G. Pascoli)
                                                                                                + A.A.

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