venerdì 6 gennaio 2012

7 GENNAIO
SAN LUCIANO DI ANTIOCHIA




UFFICIO DELLE LETTURE
INNO
Lux in laude jucundetur,
Et in laude Dei detur
iucundum Alleluia.

Laudemus in Lucianum
Christum, qui hunc sibi grano
Elegit a palea;

Laus et honor huic diei,
Quae electum granum Dei
Perduxit ad horrea.

Fide firmus et sermone
Praefacundus, actione
Virtutum conspicuus.

Verbis, factis vir beatus
Aeque docet, debriatus
Septiformi gratia;

Per hunc, daemon debellatur
Dei nomen praedicatur,
Plantatur ecclesia.

Quando ille decollatar,
Luce locus perlustratur.
Vox de caelo veniens

Clamat: veni, Luciane,
Gaude mecum, gaude plane
Vive prò me moriens.

1 ant. Nella meditazione della Parola di Dio il presbitero Luciano fortificò il suo spirito, per resistere nel giorno della prova.
SALMO 2

2 ant. Massimino gli prometteva grandi ricchezze ma Luciano rispondeva: “io sono cristiano”.
SALMO 10


3 ant. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome ma con la perseveranza
salverete le vostre anime.
SALMO 16

Mi afferra l’angoscia e l’ oppressione
ma la tua parola mi sostiene.

PRIMA LETTURA 2 MACCABEI 6, 18-31
Il martirio di Eleazaro
Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo gia avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina. Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s'incamminò volontariamente al supplizio, sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per brama di sopravvivere. Coloro che erano incaricati dell'illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest'uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare la porzione delle carni sacrificate imposta dal re, perché, agendo a questo modo, avrebbe sfuggito la morte e approfittato di questo atto di clemenza in nome dell'antica amicizia che aveva con loro. Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia a cui si aggiungeva la veneranda canizie, e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, e degno specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero alla morte. «Non è affatto degno della nostra età fingere con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Eleàzaro sia passato agli usi stranieri, a loro volta, per colpa della mia finzione, durante pochi e brevissimi giorni di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell'Onnipontente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e generosamente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo a loro parere che le parole da lui prima pronunziate fossero una pazzia. Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui». In tal modo egli morì, lasciando non solo ai giovani ma alla grande maggioranza del popolo la sua morte come esempio di generosità e ricordo di fortezza.

RESPONSORIO
Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda
* ma è giustizia, pace, gioia nello Spirito Santo.
Se un cibo scandalizza un fratello non mangerò mai più carne in eterno.
Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda ma è giustizia, pace, gioia nello Spirito Santo.

SECONDA LETTURA .
Da un’ omelia di s. Giovanni Crisostomo su s. Luciano di Antiochia, pronunciata il 7 gennaio 387. " Come infatti chi riceve il profeta nel nome del Profeta, riceverà la ricompensa del Profeta; e chi riceve il giusto nel nome del Giusto, riceverà la ricompensa del Giusto „, così chi riceve il martire nel nome del Martire, riceverà la mercede del Martire. Accogliere il martire vuol dire convenire qui a ricordarlo, partecipare al racconto delle sue lotte, a mirarne le gesta, emularne la virtù, predicarne agli altri l'eroismo. Questi sono i doni dell'ospitalità data ai Martiri; perché, come avete fatto oggi, si ricevono i Santi. Ieri il Signor Nostro fu battezzato nell'acqua; oggi il servo vien battezzato nel sangue. Ieri furono aperte le porte del Cielo, oggi sono calpestate le porte dell'inferno. Non vi meravigliate, se ho chiamato battesimo il martirio. Qui pure lo spirito discende con abbondanza di grazie, perché si compie la remissione dei peccati e una meravigliosa purificazione dell'anima. E come i battezzandi vengono immersi nell'acqua, così quelli che vengono martirizzati, si lavano nel proprio sangue. Appunto questo accadde al nostro martire. Però, prima che della sua uccisione, è necessario parlare della malizia del diavolo. E vagando attorno, procurò di cercare un supplizio per la acerbità e per la durata simul-taneamente squisito, poiché le pene più intollerabili son quelle che offrono una più pronta liberazione, mentre quelle più lunghe riescono men dolorose; egli si studiò di trovarne una che avesse a un tempo queste due qualità: cioè la lunghezza della durata e la intensità dello spasimo; e ciò per fiaccare la costanza del martire ed espugnarne la volontà. Che fa allora il diavolo? Lo assoggetta alta fame. Lontano da voi il pericolo di farne esperienza. Non ci insegnò bene Gesù a pregare perché non entrassimo In tentazione? Come una belva accovacciata nell'interno delle nostre viscere, la fame dilania tutte le membra e divora in ogni parte il corpo; e, più rabbiosa del fuoco, da un incessante e inesplicabile strazio. Che cosa infatti è più imperioso delle esigenze della natura ? Che più mutevole e fiacco dell'umana volontà? Perché tu apprendessi che nulla è più valido del timore di Dio, la volontà appare in lui più gagliarda della natura. Quel supplizio non valse però a dominare il nostro santo; non trionfò della generosa fermezza di lui il quale, di fronte a tale tormento, rimase più saldo e resistente di ogni pietra più dura. Egli si saziava del Pane della speranza del Cielo, e si gloriava di essere soggetto a simile prova. E quando il diavolo scellerato vide che il santo non si piegava di fronte a tanta necessità, si studiò di rendergli anche più duro il tormento. Prese della carne già sacrificata agli idoli, e, posatala sopra la mensa, volle che di continuo rimanesse davanti agli occhi di lui, appunto perché la facilità di usufruire di quel cibo, finisse per conquiderne il petto gagliardo. Tuttavia il martire superò anche questa insidia, tanto che ciò che secondo il pensiero del diavolo avrebbe dovuto fiaccare la fortezza di lui, gli giovò grandemente ad eccitarlo alla pugna. Al cospetto della carne tolta dai sacrifici idolatrici, il santo non solo non era tentato, ma sentiva per essa una maggiore avversione. Così che mentre aveva sotto lo sguardo la scellerata pietanza, un'altra mensa ricordava assai più preziosa, perché colma di Spirito Santo, e s'infiammava verso di quella, preferendo di sopportare ogni tormento anziché gustare delle impure vivande. In quel momento rammentava la mensa dei tre fanciulli della Scrittura»! Richiamando tutto questo alla mente, il santo derise malizia del diavolo, ne disprezzò le abili insidie, e non si piegò per niente a quanto gli fu posto sotto Io sguardo. Quando poi lo scellerato si avvide che nulla più gli restava a sperimentare la costanza del martire, lo fece ricondurre al tribunale e, sottoponendolo alla tortura, gli indirizzò continue domande. Ma il santo rispondeva solamente: " Io sono Cristiano„. E il carnefice: " Di che patria tu sei?,, E il Santo: “Io sono Cristiano”, "Quale è la tua professione?,, "Io sono Cristiano „. "Chi sono i tuoi genitori?,, " Io sono Cristiano „. Con questa unica e semplice risposta egli, colpendo il diavolo nella testa, non risparmiò di infliggergli continuamente ferite sopra a ferite. Sebbene il martire, avesse anche cultura profonda, sapeva nondimeno con evidenza che in siffatte contese, non c'era bisogno di grande eloquenza, ma di fede; non di valentia retorica, ma di un'anima amante di Dio. Sarebbe bastato un'unica parola per confonde-re tutte le falangi del diavolo. Tale risposta, però, a chi non ci fa una seria attenzione, sembra senza conclusione; ma sebben ci si pensa, si vedrà sprigionare da essa tutta la sapienza del martire. Infatti, avendo detto: " Io sono Cristiano „ dichiarò la patria, la famiglia, la professione, ogni cosa. Ma come ? Ecco! Il Cristiano non ha sulla terra una particolare città, ma ha la Gerusalemme celeste. È scritto, infatti: " La superna Gerusalemme è libera; questa "è la madre nostra”, II Cristiano inoltre non ha professione terrena, ma appartiene alla cittadinanza dei Cieli : " La nostra patria, è detto, l' abbiamo nel Cielo”. II Cristiano, poi, ha per congiunti e per cittadini tutti i Santi: " Siamo, dice, concittadini dei Santi e familiari di Dio”; così che con una sola espressione il martire insegnò con esattezza chi fosse, di dove fosse e da chi, e quale era la sua occupazione. Così dicendo morì; se ne andò di quaggiù portando salva a Cristo la sua spirituale eredità, con l'esempio delle sue sofferenze ammonendo chi lasciò sulla terra a rimaner fermo nella fede e a nulla temere, fuorché il peccato e l'apostasia.

RESPONSORIO
Voi siete luce nel Signore: comportatevi come figli della luce
* Frutto della luce è ogni cosa buona, giusta e vera.
Voi siete la luce del mondo: splenda la vostra luce davanti agli uomini.
Frutto della luce è ogni cosa buona, giusta e vera.

Inno TE DEUM

ORAZIONE O Dio, luce e guida dei credenti, che hai chiamato san Luciano ad illuminare la comunità cristiana con la parola ed a formarla con la testimonianza della vita, fà che custodiamo la fede che ci ha trasmesso e seguiamo la via che ha tracciato con l’ esempio. Per il nostro…

OPPURE: O Dio, che nel sacerdote san Luciano hai dato alla Chiesa un pastore mirabile per santità di vita, concedi a noi, che lo veneriamo maestro e protettore, di ardere davanti a te per la fiamma di carità e di splendere davanti agli uomini per la luce delle buone opere. Per il nostro Signore.

LODI
1 ant. Voi siete la luce del mondo; come una città collocata sopra un monte non potete rimanere nascosti.
Salmi e cantici dalla prima domenica del salterio
2 ant. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
3 ant. Lampada ai miei passi è la tua parola, Signore, luce sul mio cammino.

LETTURA BREVE 1 Pt 4, 13 - 14 Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi.

RESPONSORIO BREVE
Dio lo sostiene * con la luce del suo volto.
Dio lo sostiene con la luce del suo volto.
Non potrà vacillare, Dio è con lui,
con la luce del suo volto.
Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo.
Dio lo sostiene con la luce del suo volto.

Ant al Ben. Io sono la luce del mondo, dice il Signore, chi segue me avrà la luce della vita.

Invocazioni Rivolgiamo la nostra umile preghiera a Cristo Signore, che ha edificato col suo sangue la Chiesa, e ci ha chiamati alla sequela del suo fedelissimo sacerdote Luciano. Diciamo insieme: Rendici perseveranti, o Signore, nel tuo servizio.

Tu che sei venuto ad evangelizzare i poveri e gli umili,
- insegnaci a diffondere con la parola e con le opere il tuo Regno.

Tu che sei luce dei popoli e maestro di santità e di vita vera,
- rendici saldi nella fede per poter annunziare il tuo Nome a tutti i nostri fratelli.

Tu che hai dato ai tuoi discepoli come speciale comandamento il precetto dell'amore fraterno,
- fa' che operiamo alacremente il bene a servizio di tutti i nostri fratelli.

O Sapienza dell'Eterno Padre, che illumini le nostre intelligenze,
- fa' che, ricercando la verità nella carità, nutriamo sempre pensieri retti e santi.

O Cristo Salvatore, che non hai disdegnato di lavorare con le tue mani,
- dirigi e santifica il nostro lavoro, perché, vedendo le nostre buone opere,
tutti possano glorificare il Padre.

Padre nostro.

ORAZIONE O Dio, luce e guida dei credenti, che hai chiamato san Luciano ad illuminare la comunità cristiana con la parola ed a formarla con la testimonianza della vita, fà che custodiamo la fede che ci ha trasmesso e seguiamo la via che ha tracciato con l’ esempio. Per il nostro…

Nessun commento:

Posta un commento