lunedì 13 agosto 2012

in Chiesa

GALATEO CON DIO

 
Il galateo è l'espressione del rispetto e della stima che si ha del prossimo. Se è giusto che l'osserviamo in ispirito di carità e di umiltà col prossimo non dovremo osservarlo con Dio? Leggi attentamente questi avvisi e se ve n'ha qualcuno che fa per te, fanne tesoro, senza volerlo applicare agli altri.
 
I tuoi abiti siano decenti, secondo la tua condizione; special­mente puliti. Le donne abbiano sempre il capo coperto e siano vestite senza scollacciature o sbracciature o con la gonna troppo corta.
 
Entrando in Chiesa prendi l'acqua santa e fa un bel Segno di Croce. Se vi è il Sacramento farai adagio e con rispetto la genufles­sione. Se vi è il SS. esposto farai la genuflessione con tutte e due le ginocchia e andrai a collocarti al posto.
 
 
 
Un'imperdonabile sgarbatezza è quella di chi entra in chiesa e, senza salutare il Padrone, Gesù Eucaristico, corre all'altare o nic­chia d'un santo, davanti alla quale farà magari la genuflessione che ha trascurato di fare a Dio. Davanti all'immagine della Madonna e dei santi, non si fa genuflessione, ma solo l'inchino.
Questo modo di fare disonora i cattolici che vengono accusati, per colpa di pochi ignoranti, di adorare i santi e d'aver più devozione ad essi che non a Gesù Cristo. Una sola eccezione è concepibile, quando uno, credendosi indegno d'accostarsi a Gesù e immeritevole di ottenere la grazia che desidera, fatta la genuflessione al SS., si rivolge a Maria SS. o a qualche santo, affinchè gli faccia da media­tore presso Gesù. Come chi dovendo ottenere una grazia dal Re, ricorre a qualche cortigiano per farsi accompagnare o raccomandare presso il Sovrano. Ma in ogni caso il nostro pensiero dominante deve essere N. Signore, da cui solo ci può venire ogni grazia.
 
Evita in chiesa ogni singolarità nel vestire, nel genuflettere, nel modular la voce nella preghiera o nel canto. Pregando in comune evita il disordine di finire prima o dopo gli altri. Ciò distrae i vicini e ti rende alle volte ridicolo. Evita pure ogni strepito nell'aprire e chiudere le porte, nel camminare, nel dimenar la corona, e per quanto è possibile anche nei tossire e nei soffiarsi il naso.
 
Il posto. Non disturbar mezzo mondo per trovare un posto; non essere troppo attaccato al tuo posto e cedilo volentieri per amor della Madonna. Sei vicino all'altare? ringrazia Dio di tanto onore. Sei al fondo della Chiesa? unisciti al pubblicano che si credeva in­degno d'accostarsi all'altare. Non sta però bene che le ragazze si mettano impalate vicino alla porta, magari mescolate con i giova­notti. Non avere la divozione alla porta.
Sta in ginocchio quanto più puoi, almeno al Sanctus - alla Comu­nione e durante la Benedizione del SS.
 
Raccoglimento e silenzio. Non imitare il deplorevole spettacolo che danno di sè alcune, che non fanno che ridere, chiacchierare, magari criticare la toeletta di questa o di quella e che si voltano indietro ad ogni persona che entra, come tante marionette... Povere anime! - Se qualche volta è necessario parlare, fallo sotto voce e con poche parole. Piuttosto esci un momento di chiesa. In chiesa non si fanno presentazioni.
 
La predica. Chi è da Dio, ama la parola di Dio, dice il Van­gelo. Che dire di quelli che hanno la divozione alle benedizioni, alle suppliche, anche ai pellegrinaggi, ma hanno un sacro orrore della predica? Manzoni, Tommaseo, Ferrini ascoltavano umilmente l'istru­zione del loro parroco, e tanti, che non sanno neppur più i misteri principali della fede, credono umiliarsi ad ascoltare la parola di Dio e quando il sacerdote si volta prendono la porta quasi per dispetto. Ama la predicazione, che è il nutrimento della vita spirituale e bada di non uscire, eccetto in caso di necessità, durante la predica; e in tal caso fallo con rincrescimento e in modo da non disturbare i vicini.
 
Puntualità. Noi italiani siamo poco puntuali in tutto, ma spe­cialmente alle funzioni. Ricordati che ogni parte di messa festiva volontariamente perduta costituisce peccato veniale; se si giunge dopo le ampolline la messa non è più valida, e quindi se ne deve ascoltar un'altra. Quanto alla predica, non è nè da educato nè da intelligente venire a prendere la coda, con gran disturbo degli altri e fastidio del predicatore. Finita la funzione si esce, non si scappa.
 
La Comunione. Evita il cattivo esempio che daresti, se entrato in chiesa, infilassi subito la balaustra, senza la debita preparazione. Non essere però di quelli che, perchè non hanno detto tutti i loro Paternostri, incomodano il sacerdote due minuti dopo a dare di nuovo la comunione o lo fanno aspettare alla balaustra.
Tratto da: “Un segreto di felicità”

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