giovedì 3 gennaio 2013

NOME DI GESU'

NOME DI GESU'



Per l' Ufficio di 12 Letture:

1 Dai Discorsi sul Cantico dei cantici di san Bernardo.
Sermones in cantica XV, 4-7 .  PL 183, 845-847
     So qual è il nome di cui leggiamo nel profeta Isaia: I miei servi saranno chiamati con un altro nome [Is 65,15-16]. Infatti chi vorrà essere benedetto nel paese, vorrà esserlo per il Dio fedele.
     O nome benedetto, sei olio sparso dovunque. Dove? Dal cielo sulla Giudea e da lì su tutta la terra; e in tutto il mondo la Chiesa esclama: Olio sparso è il tuo nome [Ct 1,3 Volgata]. Veramente sparso, perché non solo dilagò in cielo e sulla terra, ma irrorò anche gli inferi, a tal punto che nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami [Fil 2,10]: Olio sparso è il tuo nome [Ct 1,3 Volgata]. Ecco Cristo, ecco Gesù: infuso negli angeli e sparso sugli uomini, per salvare quelli che erano andati totalmente in putrefazione come bestie nel loro letame; egli, che salva uomini e bestie, in quanti modi ha moltiplicato la sua misericordia su di noi!

2      Quanto prezioso e quanto umile è questo nome! Umile, ma strumento di salvezza. Se non fosse stato umile, non si sarebbe lasciato spargere per me; se non fosse stato strumento di salvezza, non avrebbe potuto riscattarmi.
     Io sono partecipe del suo nome e lo sono anche della sua eredità. Sono cristiano, quindi fratello di Cristo. Se sono veramente quale son chiamato, sono erede di Dio, coerede di Cristo. Quale meraviglia, se è sparso il nome dello Sposo, dal momento che egli stesso è stato sparso? Egli infatti spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo [Fil 2,7]. E infine dice: Come acqua sono versato [Sal 21,15].
     La pienezza della Divinità abitando in forma umana sulla terra è stata sparsa, perché quanti siamo rivestiti di un corpo di morte fossimo ricolmi della sua pienezza e, fragranti del suo profumo di vita, esclamassimo: Olio sparso è il tuo nome [Ct 1,3 Volgata].

3  C'è senza dubbio una certa analogia tra l'olio e il nome dello Sposo, e non senza motivo lo Spirito Santo li ha accostati. C'è - dico - e consiste nella triplice funzione dell'olio: illumina, nutre, unge. Alimenta la fiamma, nutre il corpo, lenisce il dolore: è luce, cibo, medicina. Lo stesso possiamo dire del nome di Cristo Sposo: annunziato illumina, meditato nutre, invocato lenisce e unge.
     Donde pensi che si sia diffusa in tutto il mondo una sì grande e repentina luce di fede, se non dalla predicazione del nome di Gesù? Non è forse con la luce di questo nome che Dio ci chiamò all'ammirabile sua luce? Da lui illuminati, alla sua luce vediamo la luce [Cf Sal 35,10], al punto che Paolo giustamente dice: Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore [Ef 5,8].

4      All'apostolo Paolo fu ordinato di portare questo nome dinanzi ai re e alle genti, e agli stessi figli di Israele; ed egli lo portava come fiaccola che illuminava la patria, e andava gridando: La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno [Rm 13,12-13]. E a tutti mostrava la fiamma sul candelabro, annunziando in ogni luogo Gesù Crocifisso.
     Come brillò questa luce e come abbagliò gli occhi di tutti i presenti, quando, uscita come folgore dalla bocca di Pietro, consolidò le piante e le caviglie dello storpio e illuminò molti ciechi nello spirito! Davvero sparse fiamme quando disse: Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina! [At 3,6].

    Non è solo luce il nome di Gesù, ma anche cibo. Non ti senti confortato ogni volta che affiora alla tua mente? Quale cosa nutre meglio lo spirito di colui che lo medita? Chi è che calma così il tumulto dei sensi, rinvigorisce le virtù, sviluppa le abitudini buone e oneste, e nutre i casti affetti? Arido è all'anima ogni cibo, se non è cosparso di quest’olio; insipido se non è condito con questo sale.
     Se scrivi, non mi sa di niente se non vi leggo Gesù. Se parli o predichi, non provo alcun gusto se non odo il nome di Gesù. Gesù è miele alla bocca, melodia all’orecchio, giubilo al cuore.
     Infine, questo nome è un farmaco. Qualcuno fra di noi è triste? Il nome di Gesù gli venga in cuore e da lì gli salga sul labbro. Appena esso splende si dissipano le nuvole, torna il sereno.

6      Qualcuno ha commesso una colpa grave e in preda alla disperazione corre verso la morte? Basterà che invochi il nome di vita e ritroverà il gusto di vivere.
     Di fronte a questo nome salvifico nessuno potrà mantenere la durezza di cuore abituale, la svogliatezza torpida, i rancori amari o il tedio che avvilisce mortalmente. Qualora la fonte delle lacrime si fosse inaridita, basterà invocare Gesù, perché subito essa riprenda a zampillare più dolce e abbondante. Chi nel pericolo è preso dal panico, se invoca questo nome potente, scaccia la paura, ritrova la fiducia. Chi, sballottato dal dubbio, non vedrà brillare fulminea la certezza invocando quel nome di luce? Non c'è nessuno che nell'ora della disgrazia, quando ormai sta per venir meno, non ritrovi il coraggio all'udire il nome che è aiuto.
     Queste sono le malattie dell'anima e questa è la medicina.
7     La Scrittura offre la prova di quanto fin qui si è affermato: Invocami nel giorno della sventura: - canta il salmo - ti salverò e tu mi darai gloria [Sal 49,15]. Nulla come l'invocazione del nome di Gesù smonta l'ira, sgonfia la superbia, cicatrizza le piaghe dell'invidia; arresta il flusso dell'impurità e spegne l’incendio delle passioni, estingue la sete dell'avarizia, placa ogni voglia malsana.
     Quando dico "Gesù", mi vedo davanti un uomo mite e umile di cuore, pieno di bontà, sobrio, casto, misericordioso, eccelso per giustizia e santità. Al tempo stesso, mi trovo alla presenza del Dio onnipotente, il quale con l'esempio mi guarisce e con l'aiuto mi fortifica.
     Tutto questo mi canta dentro appena risuona al mio orecchio il nome di Gesù. Come uomo egli mi offre uno stile di vita, come Dio mi sostenta. Gli esempi sono essenze preziose, il soccorso divino ne aumenta il valore. Confeziono così un farmaco che nessun medico non potrà mai offrirmi.

8     Anima mia, possiedi nel flacone di un solo vocabolo la medicina efficacissima per ogni tuo male: Gesù! Consérvatelo sempre in seno, a portata di mano, in modo che pensieri e atti siano senza sosta rivolti al Signore. Lui stesso ti invita: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, egli dice, come sigillo sul tuo braccio [Ct 8,6].
     Non mi dilungherò oltre: ormai hai il rimedio per sanare il tuo braccio e il tuo cuore. Sì, il nome di Gesù ti è dato per correggere le tue perversioni e perfezionare le tue incompletezze. In questo nome santissimo conserverai integri i sensi e gli affetti o li sanerai, se corrotti.

9 Dal vangelo secondo Matteo.
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù».

Dalle Prediche di san Tommaso da Villanova.
De Circumcisione Domini Concio, 7-9. Op. Omn., Mediolani, 1760, t.II, 110-112.
     Questo nome non fu stabilito dalla Madre, nemmeno dall'angelo, ma il Padre lo inventò e lo impose al proprio Figlio. E non lo chiamò giudice, vindice o custode, ma gli diede il nome di Salvatore. La Vergine ha generato Gesù, ma il nome glielo ha dato il Padre dei cieli. Il vangelo odierno sottolinea che ciò fu per volontà dello Spirito Santo: Gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo, prima di essere concepito nel grembo della madre [Lc 2,21]. Il testo sacro non dice: Come era stato fissato dall'angelo, ma come era stato chiamato dall’angelo.
     L'aveva già profetizzato Isaia, dicendo: Ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà [Is 62,2]. Quasi a dire: il Signore fu il primo a trovare e imporre quel nome. Infatti Dio Padre sapeva molto bene con quale nome si dovesse chiamare il suo unico Figlio, quale nome fosse il più adeguato: appunto Gesù.
     Fa’ attenzione alla spiegazione dell’angelo, il quale specifica: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.

10      Signore Gesù, questo tuo nome mi dà una fiducia sconfinata. Signore, sì, tu sei proprio Gesù. Riconosci il tuo nome, quello che il Padre ti ha imposto: sii Gesù per me. Io riconosco d’essere prigioniero, irretito nei lacci dei miei peccati, incatenato dalla mia cattiveria, stretto nei ferri della mia malvagità. Riconosco ciò che sono; anche tu, Gesù, riconosci ciò che sei.
     Di chi sei costituito il salvatore se non degli uomini perduti, dei prigionieri? Se non vi sono dei miseri, dei condannati da liberare, di chi sarai il Salvatore?  Se io ti ho rinnegato, tu però, Signore, sei fedele e non puoi rinnegare te stesso.
     Fratelli miei, correte, affrettatevi a gettarvi ai piedi del Salvatore! Non abbiate nessuna paura, avvicinatevi con piena fiducia. Tenete bene in mente che egli è stato chiamato Gesù. È il Salvatore e non può respingere chi ha bisogno di salvezza. Se uno si perde, non è perché ha peccato, ma perché osò rifiutare una salvezza tanto potente, abbondante, certissima.
     Abbiamo dunque fiducia, invochiamo il suo nome, perché chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato [At 2,21]. Ad una condizione, tuttavia: che lo invochiamo dal fondo di un cuore sincero.

11      Sei la verità, Signore, e non puoi contraddire il tuo nome. Come ti potresti chiamare Salvatore se non ti curassi di salvarci? Come ti potremmo dire misericordioso, se a chi ti chiede pietà tu infliggessi una condanna? In Dio non c'è finzione, non è possibile l'inganno. Il tuo nome, Signore, è la tua identità. Ti chiami Gesù perché sei Gesù.
     Peccatore, avvicinati a lui: come attesta il suo nome, egli ha la missione di salvare il suo popolo dai suoi peccati. Noi siamo corrotti, egli è colui che purifica i peccatori e santifica le anime. Perché tremare? Non c'è nessun accento aspro, nessuna nota amara, nessun tono terribile nel nome di Gesù. Egli è tutto tenerezza e mansuetudine. La Sposa del Cantico celebra il suo nome dicendolo profumo cosparso [Ct 1,3]. Balsamo quindi, non aceto; versato, non tenuto in serbo. Dolgono le piaghe dei peccati? La coscienza rimorde? Ti tormenta il ricordo delle colpe? Fatti vicino; prendi il profumo, cospargilo su di te e l'angoscia che ti sconvolge cesserà.

12       L'eccellenza e la dignità di questo nome si manifestano nella sua efficacia. Uno storpio giaceva presso la porta Bella. Ecco l'apostolo Pietro entrare di lì; egli disse allo sciancato: «Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava [At 3,6-8]. Che cosa è più potente o efficace di questo nome? All'udirlo i morti ritornano in vita, gli storpi camminano, i ciechi vedono e i malati sono guariti.
     Soppesa l'energia di questo nome. Considera i miracoli:  quelli più certi e strepitosi sono sempre stati compiuti nel nome di Gesù. Chi mai oserà pronunziare senza sacro timore un nome così santo e potente? Solo a udirlo gli angeli si inchinano, gli uomini si inginocchiano, tremano i demoni. Questo nome mette in fuga Satana, dissipa le tentazioni più violente, penetra i cieli e tutto ottiene. Ne è garante il Signore stesso che ha dichiarato: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà [Gv 16,23]. E anche: Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò [Gv 14,14].

 1 Dal "Discorso sulla sobrietà e la virtù" di Esichio Sinaita.
De temperantia et virtute,I,5;II,167;I,32;II,150; 1,42.62.96; 11,173.180.185.194; 1,29. PG 93,1481.1533.1491.1528.1493.1300 1509.1536.1537.1540.1541.1489.
L'attenzione (ossia la vigilanza) è l'esichia costante del cuore, libera da ogni pensiero; sempre e perennemente essa respira e invoca Cristo Gesù, Figlio di Dio e Dio: lui solo. Con lui si schiera coraggiosamente contro i nemici, affermando con fede che solo lui ha il potere di perdonare i peccati.
Mediante l'invocazione che sta abbracciata continuamente a Cristo, il solo che conosca i cuori nel segreto, l'anima cerca di nascondere con ogni mezzo agli uomini il proprio diletto e l'intimo travaglio: lo fa perché il maligno non trovi possibilità d'introdurre in lei di soppiatto la sua malizia e cancelli l'opera più bella fra tutte.
Farà naufragio facilmente un pilota stolto in tempo di procella se, dopo aver cacciato via i marinai e buttato remi e vele in mare, lui stesso dorme; ma più facilmente sarà travolta dai demoni un'anima che ha trascurato la vigilanza e l'invocazione del nome di Gesù Cristo, quando incominciano gli assalti.
 
2 Bisognerebbe fuggire l'eccessiva familiarità come veleno d'aspide ed evitare le molte conversazioni come serpenti e razza di vipere, poiché queste cose hanno la forza di stabilire l'anima nella completa dimenticanza del combattimento interiore. Purtroppo la fanno discendere dalla gioia eccelsa della purezza del cuore.
L'esecrabile dimenticanza si oppone all'attenzione come l'acqua al fuoco e di ora in ora le diviene nemica sempre più forte.
Infatti dalla dimenticanza perveniamo alla negligenza, dalla negligenza al disprezzo, all'indolenza e alla sconveniente concupiscenza. E così ci volgiamo di nuovo indietro come il cane al proprio vomito.
Fuggiamo dunque l'eccessiva confidenza come veleno di morte; mentre il cattivo possesso della dimenticanza e di ciò che ne consegue, si cura con la scrupolosa custodia dell'intelletto e la continua invocazione del Signore nostro Gesù Cristo. Senza di lui non possiamo far nulla (Cf Gv 15,5).
 
3 Quando avremo cominciato a governare l'attenzione dell'intelletto, cercheremo di armonizzare l'umiltà con la vigilanza e uniremo la preghiera alla confutazione del maligno. Allora cammineremo bene sulla via della conversione, mettendo ogni studio a spazzare, adornare e pulire la casa del nostro cuore dalla malignità con l'adorabile e santo nome di Gesù, come luce di lampada.
Ma se avremo fiducia solo nella nostra vigilanza o attenzione, ben presto spinti dai nemici ci volteremo indietro, cadremo ed essi, fraudolenti e astutissimi, ci atterreranno.
Verremo così ancora più impigliati dalle loro reti, cioè dai pensieri cattivi; o anche saremo sgozzati facilmente da loro, perché non abbiamo la forte spada del nome di Gesù Cristo.
Solo questa sacra spada, roteata molto saldamente, in un cuore solitario, sa radunarli e farli a pezzi, arderli e renderli oscuri, come fa il fuoco con la paglia.
Ma c'è di più: proprio in questa vittoria, il nome di Gesù diventa perfettamente sensibile e insegna al cuore sperimentato del lottatore che Dio in persona è il nostro aiuto: lui purifica il cuore da ogni immagine diabolica perché davanti a lui tutto cede e gli è sottomesso.
 
4 Gli inesperti sappiano anche questo: non possiamo in alcun modo vincere i nemici incorporei e invisibili, che vogliono il male e sono saggi nel danneggiare, veloci, leggeri ed esperti in guerra, dai tempi di Adamo fino ad oggi, poiché siamo esseri corporei, pesanti e piegati a terra col corpo e col pensiero; questo è possibile solo per mezzo della perpetua vigilanza dell'intelletto e dell'invocazione di Gesù Cristo, Dio e creatore nostro.
E per gli inesperti bastano la preghiera di Gesù e l'impulso a provare e conoscere il bene; per gli esperti, la pratica, la prova e il sollievo del bene sono il migliore costume e maestro.
In realtà, dall'esperienza noi apprendiamo il grande bene della continua invocazione del Signore Gesù contro i nemici spirituali qualora si voglia purificare il proprio cuore. E vedi come concorda l'esperienza con la testimonianza della Scrittura: Preparati all'incontro con il tuo Dio, o Israele (Am 4,12), dice Amos profeta. E anche l'Apostolo afferma: Pregate incessantemente (1 Ts 5, 17).
 
5 Dal ricordo e dalla invocazione continua del Signore nostro Gesù Cristo risulta uno stato divino nel nostro intelletto, se non trascuriamo la continua supplica interiore a lui e la stretta vigilanza con un impegno stabile.
Ma davvero, facciamo di avere sempre da compiere l'opera dell'invocazione di Gesù Cristo, nostro Signore, opera da ricominciare sempre senza posa. Gridiamo con cuore di fuoco così da ricevere in parte il santo nome di Gesù.
La continuità infatti è madre dell'abitudine, sia per la virtù sia per il vizio, e l'abitudine poi ha forza di natura.
E l'intelletto, giunto a tale stato, cerca i nemici, come un cane che va a caccia della lepre nella boscaglia. Ma il cane cerca la selvaggina per divorarla, e l'intelletto invece per annientare i nemici.
 
6 Con la preghiera continua il cielo della mente si conserva puro dalle nubi tenebrose, dai venti degli spiriti del male. E quando il cielo del cuore si conserva puro, non è possibile che non si accenda in esso la divina luce di Gesù.
Se invece siamo gonfi di vanagloria, di alterigia, di ostentazione, tentiamo di sollevarci verso ciò che è irraggiungibile e ci troviamo senza soccorso da parte di Gesù. Perché Cristo, esempio di umiltà, odia tali cose.
Dunque, se vuoi veramente coprire di vergogna le immaginazioni e vivere l'esichia, avendo un cuore vigilante con facilità, la preghiera di Gesù si unisca al tuo respiro; in pochi giorni vedrai questo verificarsi.
 
7 Con il cuore istruito nella sapienza, cerchiamo di vivere sempre, secondo il salmista, respirando di continuo Cristo Gesù, potenza e sapienza di Dio (1 Cor 1,24).
Se svigoriti da una qualche circostanza avversa, trascureremo l'attività spirituale, il mattino seguente di nuovo cingiamo bene i fianchi dell'intelletto, e ricominciamo ancora con forza l'opera, sapendo che non c’è possibilità di una difesa per noi che abbiamo conosciuto il bene se non lo facciamo.
Veramente beato colui che si è così congiunto nella mente alla preghiera di Gesù e lo invoca senza interruzione nel cuore, come l'aria è unita ai nostri corpi o come la fiamma alla cera. E il sole passando sopra la terra farà giorno, ma il santo e adorabile nome del Signore Gesù, risplendendo di continuo nella mente, genererà innumerevoli pensieri fulgidi come il sole.
 
8 Sii sempre occupato nel tuo cuore col pensiero umile e il ricordo della morte, il biasimo a te stesso, la confutazione del maligno e l'invocazione di Gesù Cristo. Se camminerai ogni giorno sobriamente con queste armi, per la via stretta ma lieta e gioiosa della mente, perverrai alla santa contemplazione degli eletti. Riceverai la luce dei profondi misteri da Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza (Col 2,3), in cui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9).
Accanto a Gesù sentirai che lo Spirito santo ha invaso la tua anima; da lui riceve la luce l'intel-letto dell'uomo, per vedere a volto scoperto. Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo (1 Cor 12,3). Questo garantisce misticamente ciò che l'invocazione ricerca.
  
9 Dal vangelo secondo Matteo. 1,20b-23
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù".
 
Dalle Catechesi battesimali di san Cirillo di Gerusalemme.
Catecheses mystagogicae X,3-4.12-13.16.20. PG 33,661.665.677. 681.689.
Tu credi nell'unico Signore nostro Gesù, Figlio unigenito di Dio. Diciamo che Gesù Cristo è "unico", perché unica è la filiazione. Diciamo "unico", perché tu non abbia a distinguere in molti figli una realtà che ha molte denominazioni.
Egli è detto Porta (Gv 10,7), però il nome non ti deve far pensare a un oggetto di legno; si tratta invece di una porta spirituale, viva, che opera una cernita tra quelli che vi entrano.
E' detto Via (Gv 14,6): non però una via che con i piedi si calpesta, ma quella che conduce al Padre dei cieli.
E' detto Agnello (At 8,32; Is 53,7), ma non è irragionevole, perché con il suo prezioso sangue purifica dai peccati la terra; agnello che è condotto dal tosatore e sa far silenzio se occorre.
Agnello che è pure detto Pastore (Gv 10,11), poiché colui che affermò: Io sono il buon Pastore (Gv 10,11) è agnello a motivo della sua natura e pastore a causa della sua misericordiosa divinità.
Potremmo continuare elencando molti altri nomi; tuttavia, se essi sono numerosi, unico è il loro contenuto.
 
10 Unico è il Signore Gesù Cristo, e il suo nome ammirabile fu preannunziato indirettamente dai profeti. Dice Isaia: Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco-, ha con se la sua mercede (Is 62,11). Ora, Gesù in ebraico significa Salvatore; la grazia prof etica, prevedendo l'uccisione di lui da parte dei Giudei, nascose il suo nome, perché non fossero più pronti a insidiarlo qualora lo avessero conosciuto. Gesù invece ricevette il nome non da uomini ma - è evidente - da un angelo; e questi non venne di suo arbitrio, ma, inviato da Dio a Giuseppe, gli disse : Tu lo chiamerai Gesù. Dandone poi subitola motivazione, soggiunse: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati (Mt 1,21).
 
11 Rifletti attentamente: se ancor prima di nascere aveva un popolo, vuol dire che egli esisteva già prima della nascita. Il Signore dal seno materno mi ha chiamato (Is 49,1), dice il profeta, sostituendosi a Cristo, appunto perché l'angelo doveva annunziare da parte di Dio che egli avrebbe avuto nome Gesù.
In ebraico Gesù significa Salvatore, mentre in greco vuol dire colui che risana. Davvero Cristo è il medico delle anime e dei corpi, colui che cura gli spiriti. Risana le pupille dei ciechi e dona luce agli intelletti; è medico degli zoppi visibili e conduce a penitenza i piedi dei peccatori, dicendo al paralitico: Non peccare più. E: Prendi il tuo lettuccio e cammina (Gv 5,14.8). Siccome il corpo era diventato paralitico per il peccato dell'anima, Cristo curò prima lo spirito, per ridare poi la salute anche alle membra.
Quindi, se uno giace ammalato spiritualmente per le sue colpe, ha il medico; e se uno ha ancora poca fede gli dica: Aiutami nella mia incredulità (Mc 9,24). E se uno è affetto da infermità fisiche, non si scoraggi, perché Cristo cura anche queste ferite; si accosti, riconoscendo che Gesù è il Signore.
Gli Ebrei ammettono infatti ch'egli è Gesù, ma poi negano che sia Cristo. Perciò l'Apostolo afferma: Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo ? (1 Gv 2,22).
 
12 Questo Gesù Cristo è colui che si presenta come il sommo sacerdote dei beni futuri che, per la magnificenza della sua divinità, rende anche noi partecipi del suo nome. I re della terra comunicano agli uomini il titolo della loro regalità. Gesù Cristo, invece, che è il Figlio di Dio, ci ha resi degni di essere chiamati cristiani.
Se uno prima non credeva, ora creda; se uno era già fedele, d'ora in poi progredisca nella fede e riconosca colui del quale porta il nome.
Sei detto cristiano: rispetta il tuo nome. Non avvenga mai che per colpa tua sia bestemmiato il Signore nostro Gesù, il Figlio di Dio. Piuttosto splendano le tue opere davanti agli uomini, perché vedendole, essi glorifichino il Padre che è nei cieli (Cf Mt 5,16).
A lui sia gloria ora e per i secoli eterni. Amen.

orazione    O Dio, nell'incarnazione del tuo Verbo hai posto fondamento all'opera della salvezza del genere umano: concedi la tua misericordia al popolo che la implora, perché tutti riconoscano che non c'è altro nome da invocare per essere salvati, se non quello del tuo unico Figlio. Egli è Dio,

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