venerdì 1 marzo 2013

consummatum est!

Il Bianco Pellegrino

Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo. Andate in pace! Non dirò: Non piangete – perché non tutte le lacrime sono un male” (J.R.R.Tolkien)

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die 28 februarii MMXIII, hora vigesima… consummatum est!

Il portone di Castel Gandolfo viene chiuso, le Guardie Svizzere si ritirano, il pontificato di Benedetto XVI è terminato. Certamente con qualche lacrima da parte nostra ma anche tanta gratitudine per questi otto anni sui quali avremo modo di tornare più avanti, con calma, a mente più lucida e occhi (speriamo) un po’ meno lucidi di ora…
La Sede vaca, ma la Fede non vacilla, sostenuta anche dalla preghiera incessante che Benedetto XVI, già Romano Pontefice, eleverà per ciascuno di noi fino al termine dei suoi (speriamo ancora lunghi) giorni. Una sola breve riflessione, in margine alla nuova dimensione contemplativa del Papa non più regnante, bensì orante: sono stati versati i proverbiali fiumi di inchiostro sul “precedente” creato dalla rinuncia, dicendo che i suoi Successori saranno condizionati da questa scelta. A noi pare che la rinuncia di Benedetto XVI sia stata un segnale forte – “apocalittico”, come scriveva Massimo Introvigne – proprio nella misura in cui è un evento eccezionale, non destinato a ripetersi, perché dettato da tempi estremamente duri che si spera passino presto. E se anche non fosse così, c’è un altro “precedente” che nessuno ha evidenziato: un eventuale futuro pontefice dimissionario, dovrebbe sentirsi condizionato non solo dalla rinuncia di Benedetto XVI, ma anche dall’epilogo “monastico”. Perché lui stesso nell’ultima Udienza Generale ha spiegato che anche rinunciando al pontificato non si torna indietro: “Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’ – non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio“.
Insomma: Pontefice attivo o Pontefice contemplativo. Tertium non datur.
Benedetto XVI non è più Papa, ma non torna più neanche il Cardinal Ratzinger. Dalle ore 20 è “semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità


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