sabato 1 marzo 2014

il camice sacerdotale

il camice sacerdotale


camice_sacerdotale_antico
Posted by Progetto Liturgico on 23:52 with No comments
Il camice, per come lo conosciamo noi oggi, è un paramento di lino bianco con maniche chiuse e lungo fino quasi ai piedi. Esso viene serrato in vita da un cingolo.

Ma anticamente con quale nome è stato conosciuto?

E' stato conosciuto con vari nomi :  tunica linea dal suo materiale; tunica talaris o talaris da tali cioè caviglie poiché esso raggiungeva i piedi.
Ma anche alba cioè bianco dal suo colore ovvero alba romana per distinguerla dalle tuniche più corte usate nell'antica Roma.
Non è un caso che in inglese ancora oggi, quello che noi chiamiamo camice, sia detto alb.


Qual'è l'origine del camice?

E' impossibile parlare con certezza delle origini di questo paramento. I liturgisti medioevali, che sono alla base dell' iconografia dei mosaici ad esempio ravennati,  ritengono di rinvenire la sua origine nel Kethonet, ovvero una tunica di lino bianco di cui si parla nell'Esodo.
A onor del vero una tunica di lino bianco è anche parte dell'abbigliamento ordinario sia dei Romani che dei Greci ai tempi dell'Impero. Dunque è molto probabile che si debba guardare a questo indumento civile per rinvenire le sue origini, tanto che se volessimo essere precisi allora dovremmo convenire sul fatto che è nelle parole di Trebellius Pollio che abbiamo una chiara prima indicazione di  un'alba subserica ( parliamo circa del 260 d.c.).

Chiarito che l'origine del camice liturgico è "civile", quale ne era  la forma è l'utilizzo nella vita quotidiana degli antichi romani?

La tunica talaris era la tunica più lunga e solenne. Era bianca ed utilizzata nelle occasioni più importanti, a differenza di quella corta, usata sostanzialmente per l'impiego comune.
La tunica dei senatori e dei cavalieri poi era caratterizzata da due strisce di colore rosso più ampie nel primo caso (lati clavi), più strette nel secondo caso (angusti clavi), che dal davanti attraversavano le spalle e scendevano dietro fino a raggiungere il fondo della veste stessa.

La tunica era originariamente senza maniche. Soltanto successivamente e progressivamente essa fu dotata di maniche. La versione più antica cioè quella senza le maniche era chiamata colobium,  un aggettivo latino che derivava direttamente dal greco e significava appunto mozzato o decurtato. La tunica con le maniche era chiamata tunica mancata o anche tunica dalmatica, dal nome della provincia Dalmazia nella quale si ritiene sia nata.
A onor del vero questa variante, cioè quella più tarda con le maniche, non fu inizialmente ben vista. Essa venne per lungo tempo vista come un vestiario voluttuoso ed effeminato.
In un certo senso, la prima traccia di "impiego liturgico" di questa tunica, la si deve a San Cipriano da Cartagine. Si racconta infatti che si accinse al martirio vestito con questo indumento sormontato dal byrrhus (un ampio mantello).

Questo è uno snodo importante :

almeno dunque agli albori  si verifica una confusione tra dalmatica e camice.

A papa Silvestro si deve un primo passo verso il chiarimento dell'impiego del paramento, allorchè ordinò che i diaconi dovessero tassativamente utilizzare la dalmatica in chiesa e che la loro mano sinistra fosse coperta con il manipolo.

camice_sacerdotale_antico
Fino al XII secolo, tutti i chierici indossavano questa tunica-dalmatica. Essa era molto ampia, poichè al disotto, venivano indossati gli altri paramenti. Considerando anche la ricchezza dei tessuti impiegati, ad un certo punto ci si rese conto che per riti come l'immersione battesimale, il celebrante era letteralmente impedito nei gesti.
Era giunto il momento di derivare dalla tunica dalmatica, l'alba ovvero il camice per come lo conosciamo noi, ben più aderente e leggero.

Mentre la tunica dalmatica era realizzata con ricchi  tessuti di seta, broccati e damaschi riccamente decorati sul collo, sui polsi e sul bordo inferiore, il camice iniziò ad essere adornato solo di ricami e pizzi.
Quando dico adornato "solo" di ricami e pizzi, ovviamente esemplifico. Sarebbe riduttivo affermare che taluni di questi camici fossero e sono ancor oggi meno solenni e degni rispetto a quelli delle origini.

Certo un broccato dorato è molto più appariscente, ma un merletto ad esempio in Gros Point de Venice fatto a mano, esprime una maestria ed una dignità liturgica eguale se non superiore alle tessiture di un tempo.

Per non parlare degli sfilati a mano, delicati e pazienti lavori sempre più rari, poiché quella maestria e pazienza spesso solo monacale, sta cadendo nel dimenticatoio. 

Veniamo alle prescrizioni : di che materiale devono essere fatti i camici sacerdotali?

A partire dal decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 1819, il camice deve essere di lino bianco o cotone o al massimo lana.
Tutti gli altri materiali e colori sono esclusi, eccezion fatta per singole situazioni come per la Cina e i paesi orientali in genere.
Non mi dilungo sulla cattiva abitudine di usare poliestere e altri materiali di bassa qualità per confezionare il camice. Esso ha la stessa dignità liturgica della casula o del piviale, ma siccome viene nascosto, allora lo si sottovaluta.

Oggi dunque quale è il significato del camice bianco?

Possiamo fare riferimento alle parole di Papa Innocenzo III (1198-1216) per affermare che il bianco della veste indica purezza e nuova vita. Questo fu esemplificato attraverso la pratica di vestire di bianco i neo battezzati usando queste parole 
"Ricevi questa veste bianca ed immacolata, che tu indosserai fino al giudizio di Nostro Signore Gesù Cristo, che tu possa avere vita eterna. Amen"
Dunque quando acquisto un nuovo camice, a cosa devi fare attenzione?

Do per scontato che tu debba fare attenzione alle misure, soprattutto alla lunghezza, prima e dopo esserti cinto con il cingolo.
Il vero elemento a cui devi fare attenzione è la dignità di questa veste, nel suo complesso e nelle sue componenti non il mero risparmio, allora dovrai rassegnarti ad acquistare i soliti camici sacerdotali  Made in China.

                                   Saresti disposto ad usare un corporale di plastica sull'altare?


camice_gigliuccio

Mi auguro tu abbia risposto di no, ed allora perché la plastica te la metti in dosso sotto forma di camice di poliestere?
La principale obiezione che sento essermi mossa è certamente quella della maggior praticità di questo tessuto. Facile da lavare e da stirare, diventa una esigenza irrinunciabile.
E' chiaro d'altra parte, che un camice in 100% lino per quanto più bello sia davvero difficile da gestire ogni giorno ed allora, perché non trovare un compromesso tra quanto previsto dalle norme liturgiche e l'esigenza della praticità?
Esistono per esempio delle mischie di lane, con una piccola componente di fibra sintetica che donano al camice bellezza e dignità.
La presenza della lana poi, garantisce una maggiore traspirabilità del capo per non parlare della differenza estetica del capo stesso dopo un lungo uso :
il camice in poliestere lo riconosci dopo qualche lavaggio e sudata, quello in lana leggera continua a mantenere la sua bellezza per un periodo più lungo.

Ora hai qualche elemento in più per scegliere accuratamente il tuo prossimo camice e sai che per esso dovrai riporre la stessa attenzione che poni quando scegli qualunque altro paramento o sacra suppellettile.

http://www.paramentisacri-caliciargento.it/2014/02/camice-liturgico.html

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