giovedì 24 luglio 2014

“La Messa è noiosa”




di Timothy Dolan 
cardinale e arcivescovo di New York

il Santo Sacrificio della Messa. ... ogni Messa è il rinnovamento dell’avvenimento più importante e decisivo che sia mai accaduto: l’eterno, infinito sacrificio di lode di Dio Figlio a Dio Padre su una croce, sul Monte Calvario, in un venerdì chiamato “santo” (in inglese “good”, buono, ndr). Perché la Messa non riguarda noi, ma Dio. E il valore della Messa viene dalla nostra semplice ma profonda convinzione, basata sulla fede, che per un’ora, la domenica, siamo parte di qualcosa che va al di là, che siamo innalzati verso l’eterno, che siamo partecipi di un mistero, unendoci a Cristo nel rendimento di grazie, nell’amore, nel sacrificio di espiazione che offre eternamente al Padre. Quello che fa Gesù funziona sempre e non è mai noioso.  La Messa non è un tedioso compito che assolviamo per Dio, ma un miracolo che Gesù compie con e per noi.

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“La Messa è noiosa”.

Quante volte voi genitori l’avete sentito dire dai vostri figli la domenica mattina? Quante volte i nostri insegnanti e i nostri catechisti l’hanno sentito mentre preparavano i bambini per la Messa? E, ammettiamolo, quante volte noi stessi ce lo siamo detti ?

Cosa dire di fronte a una frase così infelice e quasi sacrilega? Beh, innanzitutto un “No, non è così!”. Uno può trovare la Messa noiosa, ma è un problema suo, non della Messa.

Ci sono nella vita diverse attività importanti che sono “noiose”: le visite dal dentista possono essere tali; le persone che hanno malattie ai reni mi dicono che una dialisi tre volte alla settimana non è un’esperienza entusiasmante; andare a votare non è il massimo del divertimento. Tutte e tre le cose sono importanti per il nostro stare bene e il loro valore non dipende dal grado di soddisfazione con cui le facciamo. La Messa è ancora più importante per la salute della nostra anima degli esempi citati. 

La noia è un nostro problema e, dicono gli studiosi di fenomeni sociali, lo è perché siamo ormai abituati a esperienze mordi e fuggi, a cambiare canale quando sbadigliamo di fronte a un programma.

Grazie a Dio, il valore di una persona o di un evento non dipende dal fatto che ci possa “annoiare” qualche volta. La gente e gli avvenimenti importanti  non esistono per  emozionarci, saremmo dei narcisi o dei ragazzini viziati se lo pensassimo!

Questo è vero in particolar modo per il Santo Sacrificio della Messa. Noi crediamo che ogni Messa è il rinnovamento dell’avvenimento più importante e decisivo che sia mai accaduto: l’eterno, infinito sacrificio di lode di Dio Figlio a Dio Padre su una croce, sul Monte Calvario, in un venerdì chiamato “santo” (in inglese “good”, buono, ndr).

Pensiamoci un attimo: anche i soldati romani erano “annoiati” quando deridevano Gesù e si giocavano a dadi la sua tunica, l’unica cosa che possedeva. 

Secondo, non andiamo a Messa per cercare uno svago, ma per pregare. Se i fiori sull’altare sono belli, se la musica è piacevole, se l’aria condizionata funziona, se la predica è corta e significativa, se attorno ci sono volti di amici… tutto questo di certo aiuta. Ma la Messa è efficace anche se tutte queste cose mancano (e spesso purtroppo è così!).

Perché la Messa non riguarda noi, ma Dio. E il valore della Messa viene dalla nostra semplice ma profonda convinzione, basata sulla fede, che per un’ora, la domenica, siamo parte di qualcosa che va al di là, che siamo innalzati verso l’eterno, che siamo partecipi di un mistero, unendoci a Cristo nel rendimento di grazie, nell’amore, nel sacrificio di espiazione che offre eternamente al Padre. Quello che fa Gesù funziona sempre e non è mai noioso.  La Messa non è un tedioso compito che assolviamo per Dio, ma un miracolo che Gesù compie con e per noi. 

Un signore mi ha raccontato che quando era ragazzo il cuore della settimana era il pranzo di famiglia alla domenica. Il cibo era buono perché lo cucinava sua mamma e la tavola era felice perché suo padre era sempre presente. 

Anche dopo essersi sposato e aver avuto dei figli, alla domenica a pranzo andava con tutta la famiglia  da sua madre e da suo padre.  Quando i figli sono cresciuti gli hanno chiesto se era “necessario” andare, perché a volte lo trovavano “noioso”. “Sì, dobbiamo” rispondeva l’uomo, “perché non andiamo per il cibo, ma per l’amore, perché il papà e la mamma sono là”. 

Aveva le lacrime agli occhi mentre lo ricordava, perché quando i suoi genitori erano invecchiati il cibo non era più così buono e la compagnia non era più così brillante. Nonostante tutto non era mai mancato una volta: quel pranzo aveva un significato profondo, anche se le lasagne erano bruciate o suo padre si addormentava a tavola.

E ora, diceva, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere ancora lì, perché sua mamma era morta e suo padre in una casa per anziani. 

Così adesso  sono lui e sua moglie a preparare il pranzo della domenica e spera che i suoi tre bambini un giorno porteranno le loro mogli e i loro bambini. 

La stessa cosa vale per il pranzo della domenica della nostra famiglia spirituale: la Messa. 

Alcuni pensano che una partita allo Yankee Stadium sia noiosa, altri pensano lo stesso della musica country. Alcuni mi dicono che l’amicizia, il volontariato, la famiglia, le lealtà e il patriottismo sono cose “passate”, che non “prendono” più. Bene: sono loro ad avere un problema!

E poi mi dicono che la Messa è “noiosa”…




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