sabato 9 agosto 2014

Diario di un uomo felice

TESORI NASCOSTI DI SANTITÀ. IL MARTIRIO IN LAOS DI PADRE MARIO BORZAGA E IL SUO «DIARIO DI UN UOMO FELICE»



di Paolo Affatato 

Sarà forse questione di mesi, ma anche il Laos, il piccolo paese comunista del Sudest asiatico, avrà ben presto i suoi martiri. Si tratta di storie di religiosi, missionari, laici divisi in due processi paralleli: quello del missionario Oblato di Maria Immacolata (OMI) Mario Borzaga e del catechista laotiano Paul Thoj Xyooj, uccisi nel 1960; un secondo relativo ad altri 15 martiri, fra missionari e catechisti laici, uccisi in Laos tra il 1954 e il 1970. […]
Mario Borzaga nasce a Trento il 27 agosto 1932. A 11 anni entra nel Seminario minore, a 20 anni è nella congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, a 25 è ordinato sacerdote. Il 2 luglio 1957 viene inviato nella missione degli Oblati in Laos con il primo gruppo di missionari  italiani. Giunti a  Paksane, piccola città in riva al fiume Mekong, non lontana dalla capitale Vientiane, Borzaga trascorre il primo anno dedicandosi allo studio del laotiano, per entrare il più presto possibile in contatto con la gente. Nel suo Diario di un uomo felice” e nell’abbondante corrispondenza inviata dal Laos, descrive il cammino della sua anima e la vita della difficile missione, resa ancor più ardua dalla guerriglia comunista che percorre la nazione.

Verso la fine del ‘58 raggiunge la comunità cristiana del piccolo villaggio di etnia hmong di Kiucatiàm. Visita le famiglie, accoglie e cura gli ammalati, che si affollano quotidianamente alla sua porta. Il 24 aprile 1960, dopo la Messa, alcuni hmong gli si fanno incontro rinnovandogli la richiesta di recarsi al loro villaggio di Pha Xoua, a tre giorni di marcia, sulle impervie piste montagnose della foresta tropicale: un giro missionario di un paio di settimane, da affrontare prima dell’inizio della stagione delle piogge.

Lunedì, 25 aprile, p. Mario s’incammina accompagnato dal giovane catechista Paul Thoj Xyooj. Da quel viaggio non faranno più ritorno. Le ricerche intraprese in seguito alla scomparsa non daranno alcuna risposta. Le testimonianze raccolte fin dall’inizio, con quelle pervenute soprattutto in questi ultimi mesi, confermano ciò che si è sempre saputo: l’uccisione dei due per mano dei guerriglieri comunisti “Pathet Lao”. [...]

http://www.iltimone.org/31989,News.html

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