sabato 20 settembre 2014

come manovrare Cristo

Sinodo: come lo manovro…




Il Sinodo sulla Famiglia parlerà di tante cose, ma i mass media parleranno probabilmente di una cosa sola, e cioè della possibilità per persone sposate, in chiesa, divorziate (senza riconoscimento di nullità del precedente legame) e risposate di poter avere la comunione. E c'è un piano per manovrarlo....

MARCO TOSATTI
 Il Sinodo sulla Famiglia parlerà di tante cose, ma i mass media parleranno probabilmente di una cosa sola, e cioè della possibilità per persone sposate, in chiesa, divorziate (senza riconoscimento di nullità del precedente legame) e risposate di poter avere la comunione.  

Succede già in una quantità di casi, in cui i sacerdoti, anche quelli “conservatori”, esaminano la situazione personale e prendono su di sé la responsabilità di dire: fai la comunione, ma in maniera discreta. Così è dai tempi di Giovanni Paolo II.  

Ma tant’è! Il cardinale Kasper, che già vent’anni fa aveva una sua idea in proposito, non accettata in quei due regni, ha visto con l’avvento di Bergoglio l’opportunità di riproporla. A dispetto del fatto che da Manila a Berlino, da New York all’Africa la grande maggioranza dei suoi colleghi abbiano, ancora una volta, riaffermato la Dottrina della Chiesa, basata, ahimé, sulle parole di Gesù; uno dei pochi casi in cui l’enunciazione appare netta, chiara, definitiva, e neanche messa in dubbio dai tagliuzzatori professionisti di epicopi…  

Insomma, le cose per & C. non hanno l’aria di mettersi molto bene. Ma forse c’è un modo, per aiutarlo. E per cercare di impedire che le voci fastidiose lo siano troppo rumorose. 

Il primo punto consiste nel chiedere che gli interventi scritti siano consegnati con largo anticipo. Il che è stato fatto. Entro l’8 settembre chi voleva intervenire al Sinodo dove far pervenire il suo temino.  

Secondo: leggere attentamente tutti gli interventi, e nel caso che alcuni di essi fossero particolarmente pepati, dare la parola a un oratore che prima dell’intervento spinoso, cercasse già di rispondere, in tutto o in parte, ai problemi sollevati dall’intervento stesso.  

Terzo: se qualche intervento appare proprio problematico, dire che purtroppo non c’è il tempo necessario per dare la parola a tutti, ma comunque il testo è stato acquisito, e resta agli atti e di sicuro se ne terrà conto nell’elaborazione finale.  

E in effetti non tanto il Sinodo, sarà importante, ma la sintesi che ne verrà preparata, e che porterà la firma del Papa come “Esortazione post-sinodale”. E’ molto probabile che non sarà un testo chiaro e definitivo, ma basato su un’interpretazione “fluttuante”. In modo che ciascuno leggendolo, possa tirarselo dalla parte che più gli fa comodo.  

Umile osservazione di un povero cronista: ma se uno ha un piano così elaborato e astuto, perché parlarne di fronte a perfetti estranei durante una cena sontuosa?  

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