martedì 8 novembre 2016

il dono delle lacrime



Seconda Lettura
Dall'«Omelia» di un autore del secondo secolo
(Capp. 8, 1 - 9, 11; Funk, 1, 152-156)

La conversione sincera
Finché viviamo in questo mondo, facciamo penitenza. In realtà noi non siamo che un poco di fango tra le mani di chi lo plasma. Se un vasaio, che lavora un pezzo di creta per ricavarne un vaso, vede che questo gli esce sformato o che gli si spezza tra le mani, lo impasta di nuovo. Se invece pensa di mettere nella fornace lo lascia com'è. Anche nella nostra esistenza c'è una situazione nella quale è possibile un rifacimento in meglio, e un'altra nella quale non lo è più. Infatti durante la vita terrena noi abbiamo tempo e modo di far penitenza dei nostri peccati e così ottenere la salvezza dal Signore.
 
Usciti che saremo da questo mondo, non potremo più convertirci né espiare il male commesso. Perciò, fratelli, compiamo la volontà del Padre, conserviamo casto il nostro corpo e osserviamo i comandamenti del Signore, e così raggiungeremo la vita eterna. Per questo dice il Signore nel vangelo: Se non sarete stati fedeli nel poco, chi vi affiderà il molto? Perciò vi dico: Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto (cfr. Lc 16, 10-11). Vuol dire questo: conservate casto il corpo e immacolato il carattere del cristiano per essere degni di riprendere la vita. 

E nessuno di voi osi affermare che questo corpo non sarà glorificato e non risorgerà. Riflettete un poco: in quale situazione siete stati redenti e avete ricevuto la vita spirituale, se non mentre vivevate in questo corpo? Ecco perché dobbiamo custodire il corpo come un tempio di Dio. Ma poiché siete stati chiamati nel corpo, così nel corpo verrete anche giudicati. Se Cristo Signore, che ci ha salvati, volle prendere figura umana, mentre prima era solo spirito, e così ci ha chiamati a sé, anche noi riceveremo la nostra mercede in questo corpo. Amiamoci dunque gli uni gli altri, per giungere tutti nel regno di Dio. Finché abbiamo tempo per guarire, affidiamoci a Dio, nostro medico, e consegniamo nelle sue mani i nostri pochi meriti. Quali meriti? Quelli che si acquistano mediante la penitenza fatta con cuore sincero. Egli conosce ogni cosa prima che avvenga e nulla gli sfugge di tutto ciò che si agita nel nostro cuore. Diamogli lode, dunque, non solo con la bocca, ma anche col cuore, perché ci possa ricevere come figli. Per questo il Signore disse: Miei fratelli sono coloro che fanno la volontà del Padre mio (cfr. Lc 8, 21, ecc.).

Responsorio    Cfr. Ez 18, 31. 32; 2 Pt 3, 9
R.
Liberatevi da tutte le iniquità, formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo: * Io non godo della morte di chi muore, dice il Signore; convertitevi e vivrete.
V. Il Signore usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
R. Io non godo della morte di chi muore, dice il Signore; convertitevi e vivrete.


Preghiera per ottenere il dono delle lacrime

O Dio onnipotente e mitissimo, che hai fatto scaturire dalla roccia una fonte d'acqua viva per il popolo assetato, fa scaturire dalla durezza del nostro cuore lacrime di compunzione: affinché possiamo piangere i nostri peccati e meritare, per Tua misericordia, la loro remissione. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Croce Amen.

Ad petendam compunctionem cordis

Omnípotens et mitíssime Deus, qui sitiénti pópulo fontem vivéntis aquae de petra produxísti: educ de cordis nostri durítia lácrimas compunctiónis; ut peccáta nostra plángere valeámus, remissionémque eórum, te miseránte, mereámur accípere. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitate Spíritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. Croce Amen.

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